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06/04/2022
Il Presidente del Consiglio in Consiglio comunale: “L’innovazione richiede una cooperazione efficace tra pubblico e privato. Qui un eccellente modello di collaborazione tra mondo accademico e industria”
“A differenza di molti progetti del passato, imposti dall’alto senza un confronto con le comunità, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il Governo vuole dare risposte alle esigenze manifestate dai cittadini”. Sono le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto martedì 5 aprile nella sala del Consiglio comunale di Torino con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, per firmare il Patto per Torino insieme al sindaco Stefano Lo Russo. È stata anche l’occasione per fare il punto sulle misure previste contenute nel PNRR per il capoluogo piemontese e l’intera regione.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’importante opportunità per investire nel futuro di Torino e del Piemonte – come delle altre parti d’Italia”, ha detto il Presidente del Consiglio, “vogliamo fornire i mezzi per affrontare le grandi trasformazioni in atto - come il cambiamento climatico – i cui effetti sono evidenti anche qui. Mi riferisco al periodo di siccità durato 110 giorni - uno dei più lunghi nella storia della città e della Regione - a cui sono seguite le grandinate violente di questi giorni”.
Draghi ha sottolineato che il PNRR interviene per riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità in tutta l’area del Po, lungo tutto il suo corso. “È un progetto importante”, ha spiegato, “a cui destiniamo 360 milioni. Altri 145 milioni andranno al Piemonte per tutelare ulteriormente le risorse idriche. Per contrastare il cambiamento climatico occorre ripensare l’energia, l’industria, la mobilità. Con il PNRR supportiamo Torino e il Piemonte nel processo di rinnovamento manifatturiero, che deve avvenire in linea con le sfide più urgenti che abbiamo davanti. Il Governo può e deve avere un ruolo di sostegno nella gestione di questi cambiamenti, per realizzarli con rapidità e ridurre i costi della transizione per imprese e cittadini. Lo facciamo per l’automotive, una delle filiere più complesse e strategiche per l’Italia, con legami profondi con la città di Torino. Investiamo 8,7 miliardi fino al 2030 per aiutare le aziende del settore nella transizione ecologica. Vogliamo aumentare la domanda e sostenere l’offerta, puntando sulla ricerca e incentivando la creazione delle competenze necessarie. L’innovazione richiede una cooperazione efficace tra pubblico e privato. Torino offre un eccellente modello di collaborazione tra mondo accademico e industria. Ne sono un esempio l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico e i numerosi centri di ricerca che lavorano insieme per sviluppare tecnologie avanzate in vari settori – aerospazio biotecnologie, mobilità sostenibile, intelligenza artificiale”.
Il PNRR, ha aggiunto Draghi, stanzia più di 11 miliardi per rafforzare la ricerca e favorire il trasferimento tecnologico. “Lo sviluppo economico deve andare di pari passo con il progresso civile e la lotta alle diseguaglianze”, ha spiegato il Presidente del Consiglio, “con il PNRR interveniamo per rendere i quartieri di Torino – oltre a quelli di altri Comuni nell’area metropolitana - ancora più inclusivi, moderni, sostenibili. A Torino, nell’area di Porta Palazzo realizziamo 41 nuovi alloggi. In corso Racconigi, a Borgo San Paolo ne riqualifichiamo 40. Nel quartiere Vallette, miglioriamo le case popolari di viale dei Mughetti. I fondi – un totale di quasi 44 milioni per la sola Torino - servono anche a manutenere le strade e le scuole, a realizzare aree verdi e collegamenti ciclabili. Stanziamo ulteriori 113 milioni per la rigenerazione urbana. Potenziamo il servizio pubblico con l’acquisto di mezzi di trasporto sostenibili, per ridurre il traffico e l’inquinamento. A questi investimenti si aggiungono 120 milioni per l’area metropolitana - le infrastrutture, gli spazi pubblici, i servizi”.
Draghi ha poi passato in rassegna gli investimenti sui due pilastri dello stato sociale, la scuola e la sanità: “Al Piemonte destiniamo 128 milioni per la costruzione di asili nido e 33 milioni per le scuole per l’infanzia. Stanziamo 43 milioni per le scuole innovative, che mettono al centro la sostenibilità e la qualità architettonica degli edifici – un modello sperimentato proprio qui a Torino nelle scuole medie Giovanni Pascoli e Enrico Fermi. Potenziamo le infrastrutture sportive, mettiamo in sicurezza gli edifici scolastici, costruiamo e riqualifichiamo le mense. Investiamo nella medicina territoriale per fornire una maggiore copertura e un’assistenza più mirata, essenziali in un territorio montuoso come quello piemontese”.